CARRARA. C’è un fiume di denaro che esce dalla cassaforte di Palazzo civico e del quale – almeno a colpo d’occhio – non se ne vedono benefici effetti sulla città. Parliamo di settecentocinquantamila euro. Una somma enorme, spropositata. Perché l’impiego non è finalizzato a realizzare grandi progetti di rilancio di Carrara. O a aiutare famiglie in difficoltà. Corrisponde, piuttosto, a quanto ha speso il Comune – nel 2013 – per ripianare le magagne nei bilanci delle aziende pubbliche. Per il 2014 la musica non è cambiata: non si è ancora chiuso l’anno – il dato è a novembre – e con lo stesso scopo se ne sono già spesi seicentomila. Chi ce lo dice? Né gli uffici comunali né la denuncia di qualche consigliere che siede sui banchi dell’opposizione. Il dato, piuttosto, è alla portata di tutti. Si trova nell’archivio di soldipubblici.gov.it , il sito voluto dal premier Renzi in nome della trasparenza – perché tutti sappiano come viene speso il denaro pubblico – lanciato nei giorni scorsi in Rete, e realizzato dall’Agenzia della presidenza del consiglio per l’Italia digitale.. si chiama così.
Come funziona? Ci si collega all’indirizzo web http://soldipubblici.gov.it ; nel campo bianco che compare si scrive il nome del Comune o della Regione che ci interessa e nel campo accanto cosa vogliamo sapere; si lancia la ricerca e il gioco è fatto: escono i dati, cifre, percentuali. Soldi. Soldi pubblici: quanti se ne sono spesi e per cosa. Noi abbiamo inserito le parole “comune di Carrara” e “aziende”: e viene fuori che Carrara ha speso appunto 750.000 euro nel 2013 e 600.000 (per ora) nel 2014 per ripianare le perdite delle aziende di pubblici servizi. Interessante. Interessanti anche i grafici dai quali emerge subito un dato: la Capitale dei marmi è ben oltre la media nazionale: per dare olio agli ingranaggi dei suoi carrozzoni tira fuori molti più soldi di quanto in media se ne spendano nel resto d’Italia. Quanti di più? Guardiamo che si combina in Toscana.
Prendiamo per esempio Livorno: nel 2014 il Comune ha speso per ripianare i debiti delle municipalizzate 5.835 euro (contro le 750.000 del comune apuano). Per completezza bisogna dire che non per tutti i Comuni compare il dato della spesa per il ripiano dei debiti delle partecipate: e non è dato sapere se non compare perché non ci sono debiti ma solo partecipazioni – il comune di Pisa ha speso nel 2014 1.185 euro di partecipazioni azionarie in aziende di pubblici servizi – o perché il dato non è disponibile. Consoliamoci, dunque, Carrara è trasparente.
Il sito soldipubblici.gov.it fornisce solo il dato secco. E in maniera tutt’altro che immediata; se non inserisci la parola giusta, non trovi nulla di quello che cerchi; quindi è trasparente, sì, ma per chi sa muoversi nella giungla dell’universo degli enti pubblici. Per avere un’idea, dunque, di dove vadano a finire tutti questi soldi abbiamo dato un’occhiata ai bilanci delle aziende in cui il comune di Carrara ha una partecipazione. Basta andare sul sito di Palazzo civico alla sezione “trasparenza”, oppure digitare su un qualunque motore di ricerca le parole “comune di Carrara bilanci partecipate”.
Prendiamo i bilanci del 2013 (gli ultimi disponibili). Le aziende in cui il Comune ha una partecipazione diretta o indiretta sono complessivamente 16. Ad esempio: Apuafarma (le farmacie), Progetto Carrara, Amia, Cat (in liquidazione), Imm e Carrara Fiere, Evam, Eams (Agenzia Energetica di Massa Carrara), Area (la società che gestisce l’area retroportuale), Erp, Cermec, Gaia, Atn (la nuova azienda del trasporto pubblico urbano). Non in tutte però partecipa in modo significativo.
Da considerare sono dunque le società in cui fa la parte del leone e/o che sono una sua diretta emanazione. Ad esempio, Imm CarraraFiere controllata per il 40,8% e le cui uscite eccellenti dalla compagine – della scorsa estate, leggi Paris Mazzanti – si dice siano legate proprio alle performance di bilancio; Erp, sua per il 41,4%; Cat, ovvero un bagno di sangue, in liquidazione, quota al 47%; Apuafarma, una delle più brucianti spine nel fianco, al 99,8%. Basta dare un’occhiata alla sezione “trasparenza” per scoprire come vadano queste aziende… Al top – e basterebbe solo “lei” e meno male che si parla di mandarla al macero – c’è la Progetto Carrara, 99,9% la quota di possesso, 3 milioni e centomila euro di perdita (bilancio consuntivo 2013). Un’emorragia.